Il benessere mentale degli studenti e delle studentesse è oggi una priorità. L’aumento dei disturbi psicologici, aggravato dalla pandemia e intrecciato a comportamenti a rischio, richiede interventi urgenti e mirati. Le università possono diventare ambienti promotori di salute, ma servono dati solidi, politiche efficaci e azioni coordinate.
Le esperienze vissute in questo periodo possono lasciare segni duraturi sulla salute mentale e fisica.
I numeri parlano chiaro
La pandemia ha provocato un aumento del 25% nella prevalenza dei disturbi mentali a livello globale (Xiong et al. 2020; Amerio et al. 2021; Pierce et al. 2020).
Disturbi mentali e comportamenti a rischio vanno spesso di pari passo. Tra gli studenti universitari:
Questa co-occorrenza ha un impatto diretto su salute, performance accademiche e prospettive di vita (Swendsen et al. 2010).
Sempre più istituzioni accademiche riconoscono il proprio ruolo nella promozione della salute mentale, attraverso politiche, servizi e ambienti favorevoli.
Anche le residenze studentesche e i collegi possono diventare veri e propri micro-ecosistemi di benessere (Walsh et al. 2018).
Tuttavia, l’Italia rimane ancora poco indagata: mancano dati aggiornati e solidi sul contesto universitario nazionale (Cerutti et al. 2022).
Questa lacuna ostacola la costruzione di interventi realmente efficaci e adatti al nostro sistema universitario.
In risposta a questa esigenza, il Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) ha finanziato il progetto Health On Campus – Health Mode On, coinvolgendo università e istituti AFAM in una rete nazionale.
Obiettivo: promuovere il benessere psichico ed emotivo degli studenti attraverso un approccio multidisciplinare, integrato e basato su evidenze scientifiche.
Progetto selezionato nell'ambito dei due avvisi PRO-BEN 1 e PRO-BEN 2 del Ministero dell'Università e della Ricerca (MUR) per la concessione di finanziamenti volti alla promozione del benessere psicofisico e al contrasto del disagio psicologico ed emotivo tra gli studenti.