Approfondimento

Studenti, salute mentale e stili di vita: occorre una fotografia scientifica per guidare il cambiamento

Pubblicato il

30 aprile 2025

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Rapidi cambiamenti fisici e cognitivi accompagnano il passaggio dall’adolescenza alla vita adulta, rendendo questa fase allo stesso tempo delicata e ricca di potenzialità. 

Le esperienze vissute durante questo periodo di transizione hanno il potenziale di imprimere segni duraturi sulle traiettorie di salute future, influenzando profondamente la suscettibilità alle malattie nonché il benessere mentale e sociale negli anni successivi (Kessler et al. 2007; Patton et al. 2016).

Le problematiche legate al benessere psicofisico rappresentano un problema urgente e diffuso tra i giovani, con un notevole impatto soprattutto nella popolazione studentesca. Una proporzione allarmante di studenti (il 35%) convive con almeno uno dei più comuni disturbi mentali nel corso della vita secondo il DSM-IV (depressione maggiore, mania/ipomania, disturbo d’ansia generalizzato, disturbo di panico, disturbo da uso di alcol, disturbo da uso di sostanze), mentre il 31% ha ottenuto è risultato positivo allo screening per almeno un disturbo negli ultimi 12 mesi (Kessler et al. 2005; 2006). Inoltre, tra gli studenti universitari il suicidio rappresenta la seconda causa di morte (CDC 2023; Husky et al. 2024). 

Questo quadro epidemiologico è stato ulteriormente aggravato dalla pandemia di COVID-19, che ha determinato un incremento complessivo di circa il 25% dei disturbi della salute mentale (Xiong et al. 2020; Amerio et al. 2021; Pierce et al. 2020).

Indissolubilmente intrecciato a questa crescente emergenza vi è il concomitante problema dei comportamenti a rischio per la salute, che includono – ma non si limitano a – una dieta non salutare, la mancanza di attività fisica, il consumo di alcol, il fumo di tabacco, l’abuso di sostanze, il gioco d’azzardo e rapporti sessuali a rischio (Brett, Mathieson, e Rowley 2023; Wilks et al. 2020; Roldán-Espínola et al. 2024). Ad esempio, studi hanno dimostrato che tra il 50% e il 70% degli studenti universitari pratica il binge drinking, il 25–30% fuma sigarette e quasi il 40% ha sperimentato sostanze illecite (O’Malley e Johnston 2002; Weitzman 2004). 

La co-occorrenza di problematiche psicologiche con l’abuso di sostanze e comportamenti non salutari non è né casuale né banale: rappresenta una relazione complessa e bidirezionale che, attraverso un impatto non trascurabile sulla sicurezza socioeconomica e sui risultati accademici (T. K. Lee et al. 2018), amplifica il rischio nel corso di tutta la vita di sviluppare malattie fisiche e mentali (Swendsen et al. 2010).

Le università e le altre istituzioni dell’istruzione superiore condividono una responsabilità rilevante: cresce il riconoscimento del loro ruolo come promotori della salute e del benessere olistico, anche attraverso interventi preventivi tanto necessari in questa fase della vita degli studenti (Marris 2020). 

Questa sfida può essere affrontata agendo anche nell’ambito delle residenze per studenti, collegi inclusi, ambienti educativi specializzati che hanno il potenziale di fungere come micro-ecosistemi promotori della salute (Walsh, Taylor, e Brennick 2018).
 

Tutto ciò assume un senso di urgenza accentuato se osservato da una prospettiva epidemiologica life course. La portata del fenomeno richiede valutazioni e interventi immediati. 
 

A livello globale, l’iniziativa World Mental Health International College Student (WMH-ICS), uno sforzo imponente che coinvolge ricercatori e istituzioni accademiche sparsi in tutto il mondo (Auerbach et al. 2019; 2018a; 2018b), ha condotto indagini sulla salute mentale per fornire stime sulla prevalenza dei disturbi mentali tra gli studenti universitari, analizzare i modelli presa in carico (Pei et al. 2024) e identificare fattori di rischio e protettivi potenzialmente modificabili (Auerbach et al. 2018c). 

Nonostante ciò, persistono notevoli lacune nella letteratura relativamente allo specifico contesto italiano. Mentre il quadro globale ed europeo è stato delineato in maniera parziale, indagini approfondite sull’ambiente universitario italiano sono ancora scarse (Cerutti et al. 2022). Tale conoscenza contestuale è fondamentale per elaborare interventi e politiche efficaci (Cuijpers et al. 2021), affidandosi anche al confronto tra i diversi tipi di istituzioni accademiche (ovvero università, scuole d’arte, conservatori di musica, politecnici, ecc.) e tra paesi differenti all’interno delle alleanze universitarie europee promosse dalla Commissione europea.

È in questo contesto che, il Ministero dell'Università e della Ricerca (MUR) ha finanziato il progetto dal titolo “Health On Campus: ricerca e modelli multidisciplinari integrati di promozione del benessere psicofisico nella popolazione universitaria (Health Mode On)”(Allegato 12_Graduatoria_Decreto Dirigenziale n. 14317 del 18-07-2024-2.pdf). Il progetto coinvolge una rete di Università e Istituti ad Alta Formazione Artistica e Musicale (AFAM), ha lo scopo di promuovere il benessere psichico ed emotivo degli studenti e di contrastare efficacemente i fenomeni di disagio psichico.

Progetto selezionato nell'ambito dei due avvisi PRO-BEN 1 e PRO-BEN 2 del Ministero dell'Università e della Ricerca (MUR) per la concessione di finanziamenti volti alla promozione del benessere psicofisico e al contrasto del disagio psicologico ed emotivo tra gli studenti.

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